Efficacia di cefiderocol batteri Gram-negativi difficili, nuove evidenze real world

Shionogi & Co. Ltd. ha annunciato nuove evidenze real world sull’efficacia di cefiderocol, innovativa cefalosporina siderofora, nei confronti di alcune delle infezioni batteriche causate da Gram-negativi più difficili da trattare.
I dati sono stati presentati in occasione del 33° Congresso europeo di microbiologia clinica e malattie infettive (ECCMID, European Congress of Clinical Microbiology & Infectious Diseases) che si è tenuto dal 15 al 18 aprile 2023 a Copenhagen.

In Italia, cefiderocol (nome commerciale Fetcroja®) è disponibile in regime di rimborso da giugno 2021 e da marzo 2023 ha ricevuto da Aifa lo status di innovatività piena, nell’ambito del trattamento delle infezioni causate da microrganismi aerobi Gram-negativi negli adulti con opzioni di trattamento limitate.

A ECCMID sono stati presentati i primi risultati ad interim dello studio prospettico internazionale denominato PROVE (RetrosPective Cefiderocol Chart Review) – tuttora in corso in Europa e negli USA – che ha lo scopo di raccogliere dati nella pratica clinica di cefiderocol per il trattamento delle infezioni causate da patogeni Gram-negativi.

I risultati presentati sono relativi a un campione di 194 pazienti (123 negli Stati Uniti e 71 nella UE) con infezione da Pseudomonas aeruginosa trattati con cefiderocol.

Tali risultati mostrano che cefiderocol ha permesso di ottenere la guarigione clinica nel 65% dei pazienti, con l’81% dei soggetti ancora in vita 30 giorni dopo l’inizio del trattamento con il farmaco.
I pazienti presentavano primariamente infezioni a carico del sistema circolatorio e delle vie respiratorie. Cefiderocol è stato utilizzato come terapia mirata nel 77% dei pazienti con suscettibilità nota e come monoterapia nel 57% dei pazienti.

Sempre nello studio sono stati riportati anche i dati relativi a 98 pazienti con infezione da Acinetobacter baumannii (71 negli Stati Uniti e 27 nella UE); infezioni respiratorie e batteriemie tra le infezioni più comuni. In questi pazienti era richiesta elevata necessità di supporto d’organo, con il 45% dei soggetti che riceveva ventilazione meccanica e il 30% che richiedeva supporto con vasopressore.

Cefiderocol ha permesso di ottenere la guarigione clinica nel 60% dei pazienti, il 76% dei quali era ancora vivo 30 giorni dopo l’inizio del trattamento. Cefiderocol è stato utilizzato come trattamento empirico per sospette CR GNB o come terapia di salvataggio nel 93% dei pazienti, e come monoterapia nel 41% dei pazienti.

«Questi risultati ad interim dello studio clinico PROVE sono basati su un numero crescente di evidenze real world ottenute in Europa e negli Stati Uniti, che dimostrano l’efficacia di cefiderocol nel trattamento di pazienti con infezioni potenzialmente letali, come quelle da Acinetobacter baumannii e da Pseudomonas aeruginosa, la maggior parte dei quali manifesta una malattia grave e presenta diverse comorbidità», ha commentato il prof. Dominic Wichmann, consulente del Dipartimento di Medicina Intensiva dell’Università di Amburgo-Eppendorf.

«Si tratta di agenti patogeni che rientrano nell’elenco delle priorità critiche dell’OMS e per i quali sono urgentemente necessari trattamenti efficaci».

I dati provenienti dalla raccolta di evidenze, derivanti dall’utilizzo nella pratica clinica reale degli antibiotici impiegati su infezioni resistenti e con limitate opzioni di cure in pazienti critici, sono sempre più importanti per aiutare a comprendere la reale efficacia di questi antibiotici e definirne il place in therapy.

Sempre nell’ambito del filone della ricerca osservazionale sono stati presentati ad ECCMID i risultati relativi a una metanalisi che ha valutato in real world l’efficacia di cefiderocol nel trattamento di infezioni gravi da A. baumannii resistenti ai carbapenemi (CRAB). Nella metanalisi sono stati inclusi due studi, entrambi condotti in Italia.
Si tratta di lavori retrospettivi su pazienti adulti ricoverati in terapia intensiva con infezione da CRAB.

I risultati della metanalisi relativa ai dati dei due suddetti studi hanno evidenziato come i pazienti che erano stati trattati con cefiderocol erano associati ad una probabilità di mortalità più bassa del 46% rispetto a quella osservata nei pazienti trattati con regimi contenenti colistina.

«Questi risultati dimostrano come cefiderocol si confermi una risorsa fondamentale per il trattamento delle infezioni da CRAB, infezioni che colpiscono soprattutto pazienti fragili e verso i quali le opzioni terapeutiche sono limitate.

Il crescente numero di infezioni da CRAB è riconosciuto a livello globale come un’emergenza di salute pubblica ed è stato ulteriormente aggravato, soprattutto in Italia, dalla recente pandemia da SARS-CoV-2», ha commentato Renato Pascale, Irccs Policlinico Sant’Orsola di Bologna. «In questo contesto, i dati ottenuti da questa metanalisi, assumono un’importanza ancora maggiore».