Con 653 studi clinici ‘profit’ e 780 ‘no profit’ in corso e una solida infrastruttura di supporto alla ricerca – dal centro di Fase 1 al parco tecnologico G-STeP –, il Campus dell’IRCCS Gemelli si conferma uno dei principali hub italiani per la sperimentazione clinica, capace di attrarre investimenti, fondi e talenti, e di generare valore in una logica di medicina personalizzata e sostenibile.
È difatti anche grazie alla sua partecipazione a numerosi trial clinici registrativi che negli ultimi 20 anni si è arrivati alla messa a punto di farmaci e dispositivi medici in grado di cambiare la prognosi e la qualità di vita di pazienti affetti da patologie oncologiche, autoimmuni, infettive, metaboliche ad esempio.
Il Clinical Trials Day
Per celebrare tutto questo nelle giornate del 20 e 21 maggio, il Campus di ricerca Gemelli ospiterà il Clinical Trials Day, sintesi della sinergia tra accademia e ospedali e cioè tra le tre anime che compongono la struttura: l’Università Cattolica del Sacro Cuore, la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e l’Ospedale Isola Tiberina – Gemelli Isola. Due giornate di confronto ad alto livello, dedicate all’innovazione terapeutica, alla crescita della ricerca clinica in Italia e alla formazione delle nuove figure professionali necessarie per la medicina traslazionale.
Un evento che riunirà accademia, ricercatori, istituzioni, clinici e soprattutto l’industria, cioè le aziende del farmaco e dei DM, partner strategici e imprescindibili nel processo di soluzioni innovative in grado di cambiare la vita dei pazienti.
Ad aprire la conferenza stampa di presentazione dell’evento, ospitata presso l’Aula Magna dell’Ospedale Isola Tiberina – Gemelli Isola lo scorso 13 maggio, il Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica e Direttore Scientifico f.f. del Gemelli IRCCS, Antonio Gasbarrini che in un appassionato intervento ha spiegato quanto sia emozionante ogni volta per un medico leggere la lista di quei farmaci e device che hanno cambiato radicalmente il decorso clinico di alcune patologie: olaparib nei tumori dell’ovaio, upadacitinib per l’artrite reumatoide, ma anche nivolumab e ipilimumab che hanno segnato un cambio di paradigma per la gestione del melanoma piuttosto che semaglutide, rivoluzionario per la gestione dell’obesità e del diabete, ma anche le protesi per impianto cocleare che hanno consentito a bambini affetti da sordità grave di uscire dall’isolamento o le innovazioni offerte dalla teragnostica e dalla robotica, solo per citarne alcune.
L’importanza della collaborazione tra sistema sanitario, accademia e industria
«La ricerca clinica è uno dei pilastri su cui si fonda la missione del nostro Policlinico», ha ricordato Marco Elefanti, Direttore Generale di Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS, sottolineando l’importanza e la necessità di una collaborazione stretta tra sistema sanitario, mondo accademico e industria per assicurare risultati per i pazienti, sostenibilità al sistema salute e attrattività internazionale al Paese.
«Partecipare al Clinical Trials Day rappresenta per l’Ospedale Isola Tiberina un momento significativo, che conferma il nostro impegno per la ricerca clinica e l’innovazione al servizio della persona. In un contesto in continua evoluzione – ha sottolineato Daniele Piacentini, direttore generale dell’Ospedale Isola Tiberina – Gemelli Isola – crediamo sia nostro dovere investire in conoscenza e professionalità per offrire ai pazienti le migliori opportunità di cura. Essere parte di una rete, insieme all’Università Cattolica del Sacro Cuore e alla Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS, che unisce eccellenze accademiche, sanitarie e di ricerca pubblica e privata, significa contribuire concretamente alla costruzione di una sanità di eccellenza sostenibile e umana».
Il programma delle due giornate
Al centro della scena aziende del farmaco e dei dispositivi medici, non soltanto per i risultati ottenuti con ricerca e sviluppo, ma anche per l’investimento crescente in Italia come hub di innovazione.
Il primo giorno di lavori sarà infatti dedicato ad una rassegna dei principali successi industriali e scientifici ottenuti nell’ultimo ventennio grazie anche alle partnership pubblico-privato che hanno contribuito in modo determinante a portare l’innovazione al letto del paziente.
Al centro della seconda giornata invece le nuove professionalità necessarie per la ricerca clinica e per condurre studi di qualità. Enti regolatori, aziende e università si confronteranno quindi su come costruire percorsi formativi curriculari, universitari e post-lauream per figure come Study Coordinator o Study Nurse.
La formazione, un asset cruciale per la medicina del futuro
«La medicina del futuro non può prescindere dalla ricerca clinica di qualità – ha enfatizzato Sergio Alfieri, Ordinario di Chirurgia Generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e Direttore Area Clinico-Scientifica dell’Ospedale Isola Tiberina – Gemelli Isola. Oggi nei nostri Ospedali abbiamo infrastrutture e competenze per contribuire all’innovazione globale, ma anche per formare la prossima generazione di ricercatori clinici, grazie alla visione condivisa con l’Università Cattolica».
Sulla formazione è tornata anche Vincenzina Mora, coordinatrice Organizzativa del Clinical Trials Day, che ha chiarito come per garantire una ricerca clinica sostenibile, veloce, etica e di qualità servano professionisti formati e riconosciuti.
«Dobbiamo spingere le università a inserire nuovi insegnamenti nei loro corsi di laurea e attivare percorsi professionalizzanti post-laurea. Il secondo giorno sarà dedicato a queste figure cruciali, che al Gemelli abbiamo formato sul campo e che oggi vogliamo valorizzare a livello nazionale».
Per sottolineare l’importanza di queste nuove figure, nel corso dell’evento verranno consegnati due riconoscimenti: il Clinical Trials Award “Giovanni Scambia” per il miglior Study Nurse e il premio “Ilaria Biagini” per il miglior Study Coordinator.
«Vogliamo dare concretezza alla nostra visione di medicina traslazionale – ha concluso Gasbarrini – portando l’innovazione sempre più rapidamente al letto del paziente. Ma vogliamo anche essere motore di cambiamento, con un modello virtuoso di collaborazione pubblico-privato e università-industria, che parli già la lingua del post-PNRR».