Fruquintinib rimborsato dal SSN contro il tumore metastatico del colon-retto 

Fruquintinib, nuova opzione terapeutica da Takeda contro il tumore metastatico del colon-retto (mCRC), è un inibitore orale delle tirosin-chinasi altamente selettivo per i tre recettori VEGF (-1, -2 e -3) che inibisce il processo di angiogenesi.
Con Determina 767-2025 pubblicata in G.U. n. 138 il 17/6/2025, AIFA ne ha approvato la rimborsabilità con indicazione in monoterapia per il trattamento di pazienti adulti già trattati con le terapie standard disponibili, incluse le chemioterapie a base di fluoropirimidina, oxaliplatino e irinotecan, agenti anti-VEGF e agenti anti-EGFR, e che hanno manifestato progressione o che sono risultati intolleranti al trattamento con trifluridina-tipiracil o con regorafenib. 

Il carcinoma del colon-retto rappresenta il 10% di tutti i tumori diagnosticati a livello globale, terzo per incidenza dopo i tumori della mammella (11,7%) e del polmone (11,4%). Colpisce entrambi i sessi, soprattutto in fascia d’età 60-75 anni, e per il 2024 in Italia ha portato a stimare circa 48.706 nuove diagnosi, a fronte di 442.600 persone che hanno già ricevuto una diagnosi. 

«Il cancro del colon-retto allo stadio IV metastatico è la forma di malattia più avanzata, con diffusione ad altri organi e sopravvivenza a 5 anni inferiore al 20%», afferma Filippo Pietrantonio, direttore della S.S. Oncologia Medica Gastroenterologia della Fondazione Irccs Istituto Nazionale dei Tumori di Milano.
Si tratta di una patologia con bisogni clinici insoddisfatti e opzioni di trattamento ancora limitate, soprattutto nelle fasi avanzate.
«La maggior parte dei pazienti con tumore metastatico del colon-retto non è candidabile a intervento chirurgico con finalità curativa.
In questi casi, l’obiettivo principale delle terapie è estendere la sopravvivenza, rallentando la progressione della malattia e la formazione di nuove metastasi, preservando la qualità di vita».

«Fruquintinib è un inibitore altamente selettivo delle tirosin-chinasi, che agisce sui tre recettori VEGF bloccando le vie di segnalazione che regolano l’angiogenesi, inibendo la crescita tumorale e la formazione di metastasi – spiega Sara Lonardi, direttore UOC di Oncologia 1, direttore del Dipartimento di Oncologia Medica Istituto Oncologico Veneto IOV Irccs di Padova.
Fruquintinib è un farmaco orale indicato per tutti i pazienti, indipendentemente dal loro stato mutazionale.
Nello studio internazionale di fase III FRESCO-2 fruquintinib ha dimostrato un miglioramento statisticamente significativo e clinicamente rilevante della sopravvivenza globale e della sopravvivenza libera da malattia rispetto al placebo.
Al dato di efficacia si associano un buon profilo di sicurezza e una buona qualità di vita, il che significa avere una nuova opzione per i pazienti in fase avanzata di malattia».  

Convivere con una malattia tumorale in fase metastatica comporta un importante burden fisico, a cui si somma un rilevante carico psicologico.

«La malattia provoca uno sconvolgimento emotivo, fisico e psichico sui pazienti con mCRC», sottolinea Stefania Gori, presidente di ROPI – Rete Oncologica Pazienti Italia. «È importante un approccio multidisciplinare che permetta di prendere decisioni terapeutiche adeguate al singolo paziente, che preveda per esempio trattamenti loco-regionali, ove necessari, anche nelle forme metastatiche e valuti l’eventuale arruolamento in studi che utilizzano farmaci innovativi non ancora disponibili nella pratica clinica. Ogni paziente con carcinoma del colon-retto metastatico vuole vivere il più a lungo possibile una vita degna di essere vissuta».

Takeda concentra i propri sforzi di R&S su quattro aree terapeutiche, tra cui da oltre dieci anni i tumori solidi e del sangue e questo impegno si è consolidato con l’ingresso nell’area del tumore del colon-retto. 

«Con fruquintinib, rafforziamo ulteriormente il nostro impegno in oncologia, portando ai pazienti con tumore metastatico del colon-retto un’innovazione concreta e che risponde a bisogni a oggi insoddisfatti, contribuendo ad ampliare le opzioni terapeutiche nella malattia più avanzata», conclude Stefano Sommella, Oncology Country Head di Takeda Italia.