Carcinoma polmonare, notizie positive dallo studio IMforte

La combinazione tra lurbinectedin e atezolizumab permette di ridurre il rischio di progressione di malattia del 46% e il rischio di morte del 27% in pazienti con carcinoma polmonare a piccole cellule in stadio esteso.

«Il carcinoma polmonare a piccole cellule è una patologia complessa. Al momento della diagnosi, la grande maggioranza dei pazienti presenta già una malattia in stadio esteso e dispone di opzioni terapeutiche molto limitate.
In Italia, si registrano ogni anno oltre 40.000 nuovi casi di tumore del polmone, circa il 15% dei quali è rappresentato dal carcinoma a piccole cellule», spiega Filippo de Marinis, direttore della divisione di Oncologia Toracica dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano, in riferimento ai risultati dello studio di fase 3 IMforte, pubblicati su The Lancet e presentati durante il congresso ASCO.

Si tratta di risultati che de Marinis definisce «molto promettenti e che indicano una potenziale opzione terapeutica in grado di modificare la pratica clinica e migliorare significativamente l’esito in pazienti con un importante bisogno medico insoddisfatto».

Lo studio IMforte

IMforte è uno studio di fase 3, randomizzato e in aperto, condotto in 96 centri, tra ospedali e cliniche, distribuiti in tredici Paesi, Europei e non: Belgio, Germania, Grecia, Italia, Polonia, Spagna, Messico, Corea del Sud, Taiwan, Turchia, Regno Unito e USA. Lo studio ha coinvolto 660 pazienti.

Il disegno di studio ha previsto quattro cicli di induzione con carboplatino, etoposide e atezolizumab, a seguito dei quali i pazienti liberi da progressione di malattia sono stati sottoposti a un ulteriore trattamento, con lurbinectedin più atezolizumab o con atezolizumab da solo. La scelta della linea di trattamento è stata randomizzata.

Gli endpoint dello studio sono due: sopravvivenza libera da progressione e sopravvivenza globale del trattamento combinato rispetto a quello singolo. Entrambi sono stati positivi.

Progressione libera da malattia e sopravvivenza

La progressione libera da malattia è stata di 5,4 mesi nel trattamento combinato, contro i 2,1 mesi di quello singolo. Per quanto riguarda la sopravvivenza globale, si parla di 13,6 mesi contro 10,6, rispettivamente per il trattamento sotto studio e per quello più tradizionale. Se si vogliono vedere i risultati in termini percentuali, l’uso di lurbinectedin più atezolizumab riduce il rischio di progressione di malattia del 46% e il rischio di morte del 27%.

Anche il profilo di sicurezza è risultato buono. Lo studio IMforte dimostra che lurbinectedin più atezolizumab possono essere usati come trattamento di prima linea in pazienti affetti da carcinoma polmonare a piccole cellule in stadio esteso. Javier Jiménez, chief Medical Officer di PharmaMar, ha dichiarato che «con l’approvazione, i pazienti avranno accesso alla lurbinectedin in una fase più precoce del paradigma terapeutico, dove è possibile aumentare la durata della risposta in una popolazione più ampia di pazienti, ritardando la progressione della malattia e prolungando la sopravvivenza».
Un’opportunità interessante per una patologia che viene spesso diagnosticata in stadio già esteso.

Studio: Paz-Ares L, Borghaei H, Liu SV, Peters S, Herbst RS, Stencel K, Majem M, Şendur MAN, Czyżewicz G, Caro RB, Lee KH, Johnson ML, Karadurmuş N, Grohé C, Baka S, Csőszi T, Ahn JS, Califano R, Yang TY, Kemal Y, Ballinger M, Cuchelkar V, Graupner V, Lin YC, Chakrabarti D, Bhatt K, Cai G, Iannone R, Reck M; IMforte investigators. Efficacy and safety of first-line maintenance therapy with lurbinectedin plus atezolizumab in extensive-stage small-cell lung cancer (IMforte): a randomised, multicentre, open-label, phase 3 trial. Lancet. 2025 May 30:S0140-6736(25)01011-6. doi: 10.1016/S0140-6736(25)01011-6. Epub ahead of print. PMID: 40473449