La resistenza agli antibiotici rappresenta una delle sfide sanitarie globali più difficili. Responsabile di milioni di decessi ogni anno, il fenomeno vede nello Staphylococcus aureus resistente alla meticillina (MRSA) uno dei patogeni più pericolosi, comportando degenze ospedaliere più lunghe e tassi di mortalità più elevati proprio in virtù della sua elevata resistenza a molti antibiotici convenzionali.
Le cause che più hanno contribuito a questa crescente emergenza sanitaria includono l’uso improprio di antibiotici, la mancata aderenza alle terapie, l’uso negli allevamenti e l’assenza di nuove molecole antimicrobiche.
Il ruolo dei liposomi
Nel campo della ricerca farmacologica, la risposta all’antibiotico resistenza sembra arrivare dall’impiego dei sistemi di rilascio mirato dei farmaci, identificando i liposomi tra le soluzioni più promettenti.
Grazie alla struttura simile al doppio strato lipidico delle membrane cellulari, i liposomi sono in grado di interagire con le cellule bersaglio, proteggendo il principio attivo dalla degradazione e favorendone un rilascio controllato e prolungato.
Approccio innovativo
Nel corso dello studio è stato messo a punto un sistema innovativo contenente due antibiotici, ampicillina e amikacina, coniugati con tocoferolo per le sue proprietà antinfiammatorie e antibiofilm.
La scelta dei due antibiotici è stata dettata dalla capacità di inibizione della sintesi della parete batterica dell’ampiciliina e dalle proprietà dell’amikacina di impedire la sintesi proteica attraverso il blocco della subunità ribosomiale 30S.
Nonostante le resistenze ampiamente conosciute di questi farmaci, la veicolazione coniugata in liposomi ha consentito una maggiore efficacia d’azione.
Prospettive per il futuro
I liposomi ingegnerizzati, ottenuti mediante un processo sequenziale che consente di ottenere vescicole altamente flessibili grazie alla presenza di etanolo, rappresentano una strategia innovativa e promettente nella lotta contro l’MRSA.
Nonostante siano al vaglio studi in vivo e di tossicità, l’innovativo approccio potrebbe segnare una svolta nell’eradicazione dei patogeni resistenti e nella gestione delle infezioni croniche legate ai biofilm.



