Pronte all’uso, sterili e precise, le siringhe preriempite aumentano la sicurezza e l’efficienza nella pratica clinica, tutelano operatori e pazienti e riducono sprechi, errori e costi, in linea con le raccomandazioni delle principali società scientifiche.

Le siringhe preriempite (PFS) rappresentano una vera e propria rivoluzione nella somministrazione di farmaci in ambito ospedaliero, in particolare in anestesia, terapia intensiva, emergenza e rianimazione. Si tratta di dispositivi che riducono drasticamente il rischio di errore nella preparazione e somministrazione dei farmaci, contribuendo alla sicurezza del paziente, all’efficienza del personale sanitario e alla sostenibilità economica e ambientale delle strutture ospedaliere. Ne abbiamo parlato con Paolo Dell’Omo, general manager di Aguettant Italia, azienda da sempre impegnata nella diffusione di soluzioni farmacologiche pronte all’uso.

Quali sono i principali vantaggi clinici delle PFS rispetto alla preparazione manuale da fiale?
Le PFS offrono farmaci pronti all’uso, sterili e dosati con precisione. Questo elimina passaggi critici come diluizione ed etichettatura manuale, riducendo errori e stress per il personale. Studi indicano che oltre il 50% degli errori terapeutici avviene proprio nella fase di preparazione. L’impiego di PFS può diminuire questi rischi fino a 17 volte.
Cosa dice la letteratura scientifica sulle performance delle PFS in termini di accuratezza del dosaggio?
La letteratura mostra che le PFS garantiscono concentrazioni molto vicine al valore teorico, spesso superiori al 100%. Le preparazioni manuali, invece, risultano meno precise e talvolta inferiori al 90%, con possibili conseguenze cliniche, soprattutto in contesti critici dove anche minime deviazioni possono incidere sull’efficacia e sulla sicurezza. In scenari ad alta intensità, l’accuratezza del dosaggio può influenzare direttamente l’esito clinico.
Dal punto di vista della sicurezza del personale sanitario, le PFS offrono ulteriori vantaggi?
Le fiale in vetro espongono gli operatori a rischio di lesioni: il 6% degli anestesisti ha riportato tagli alle mani, spesso con esiti cicatriziali. Le PFS, essendo dispositivi chiusi e monouso, eliminano questo rischio, migliorando le condizioni di lavoro e aumentando la rapidità e sicurezza degli interventi.
E per quanto riguarda la sostenibilità ambientale?
Le PFS aiutano a ridurre lo spreco di farmaci e il volume di rifiuti ospedalieri. In alcuni casi, il passaggio da fiale a PFS ha abbattuto lo spreco di farmaco dall’84% al 13%, con una riduzione del 97% delle emissioni di CO2 equivalenti. Un contributo importante in un settore che incide per oltre il 4% sulle emissioni globali.
Quali sono le raccomandazioni delle società scientifiche al riguardo?
Organizzazioni come Siaarti, Sifo e lo European Board of Anaesthesiology promuovono l’adozione delle PFS per migliorare la sicurezza e l’efficienza delle terapie. L’ultima pubblicazione della Siaarti (aprile 2024) evidenzia i benefici in termini di riduzione degli errori, sostenibilità ambientale e ottimizzazione dell’uso dei farmaci.
Qual è il legame tra sicurezza del paziente e sostenibilità ambientale?
Sono strettamente connesse. Ridurre gli sprechi e razionalizzare l’uso delle risorse migliora l’impatto ambientale e rende i percorsi terapeutici più sicuri e controllabili. Le PFS, eliminando dosi inutilizzate e riducendo gli errori, promuovono un uso più responsabile delle risorse.
A livello economico, le PFS sono davvero vantaggiose per il sistema sanitario?
Il costo iniziale più elevato è compensato dal risparmio generato: meno sprechi, meno eventi avversi, meno tempo dedicato alla preparazione. Un esempio concreto arriva dalla Francia, dove l’adozione delle PFS ha portato a un risparmio di oltre 100.000 euro annui e a una riduzione degli eventi avversi del 47%. Anche in altri contesti europei si registrano dati simili, confermando il potenziale economico di queste soluzioni.

Quindi il vantaggio è anche organizzativo…
Decisamente sì. Le PFS semplificano i flussi operativi, permettendo al personale di concentrarsi sull’assistenza. In ambienti ad alta intensità come le terapie intensive o le sale operatorie, questo si traduce in maggiore efficienza, tempestività e riduzione del carico cognitivo.
Quali farmaci vengono comunemente distribuiti in forma di PFS?
Aguettant offre un’ampia gamma di PFS per anestesia, terapia intensiva ed emergenza: anestetici, vasopressori, curari. Tutti i prodotti sono privi di alcol, lattice, derivati suini e solfiti, per una maggiore sicurezza e tollerabilità.
Qual è il contributo specifico di Aguettant in questo ambito?
Fondata in Francia nel 1903, Aguettant è specializzata in farmaci iniettabili essenziali. Le nostre PFS sono prodotte in stabilimenti francesi certificati. In Italia siamo presenti dal 2016, lavorando al fianco degli operatori per promuovere una sanità più sicura, efficiente e sostenibile.
Che ruolo può avere il farmacista ospedaliero nella promozione dell’uso delle PFS?
Da garante della qualità, il farmacista occupa un ruolo centrale; può facilitare l’adozione delle PFS, ottimizzando scorte, riducendo errori e promuovendo l’efficienza. Le PFS rappresentano anche uno strumento di governance e sostenibilità, oltre che di cura.
In sintesi, qual è il messaggio che vuole lanciare ai professionisti della sanità?
Le PFS non sono solo un dispositivo, ma una scelta strategica per una sanità moderna. Mettono al centro il paziente, tutelano gli operatori, rispettano l’ambiente e migliorano l’efficienza. È il momento di adottarle in modo sistemico e lungimirante, per costruire un sistema sanitario più sicuro, equo e responsabile.