Riclassificazione gliflozine: più sostenibile per il SSN e maggiore aderenza terapeutica

AIFA ha approvato la riclassificazione delle gliflozine dal regime di classificazione ospedaliero A-PHT ad A, con distribuzione tramite le farmacie territoriali.

La Determina di AIFA rappresenta una novità importante per i pazienti affetti da malattia renale cronica, diabete tipo 2 e scompenso cardiaco. La riclassificazione implica una semplificazione nella prescrizione delle gliflozine per tutte le indicazioni, con l’abolizione dei piani terapeutici web based per scompenso cardiaco e malattia renale cronica e con il superamento della scheda di prescrizione di nota 100 per il diabete di tipo 2, che richiedevano dispendio di tempo per la compilazione e i rinnovi e limitavano la prescrizione per scompenso e malattia renale ad alcuni specialisti.

Tutto questo si traduce in iter di cura più snelli. I pazienti riscontreranno un accesso più rapido alle terapie e una maggiore aderenza terapeutica. 

«Qualsiasi farmaco che la ricerca scientifica mette a disposizione per la cura del paziente scompensato dovrebbe essere messo a disposizione del clinico in tempo reale e ne dovrebbe essere facilitato l’accesso, anche con l’abolizione di ogni ostacolo burocratico.

Gliflozine è un farmaco che semplifica la terapia e la cura delle diverse patologie concomitanti e conseguentemente migliora e allunga la vita del paziente, ma, prima della Determina di AIFA, le tante difficoltà in termine di prescrizione e di accesso alla terapia hanno comportato la rinuncia alla cura da parte del paziente, con conseguenze negative inevitabili sulla propria qualità e durata di vita», è il commento dell’Associazione Italiana Scompensati Cardiaci.

Il SSN godrà di benefici in termini di sostenibilità. L’inizativa di AIFA ridurrà gli ostacoli burocratici, alleggerirà il carico sulle visite ambulatoriali dedicate ai rinnovi di terapie e ridurra i tempi delle liste d’attesa.

Francesco Dentali, presidente nazionale della Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti, ha dichiarato: «finalmente, una svolta che può finalmente ridurre le liste d’attesa evitando visite per i rinnovi di piani terapeutici per farmaci ormai di uso comune il cui profilo di sicurezza è certamente superiore a molti altri farmaci che i nostri pazienti assumono quotidianamente.
Un passo avanti per una sanità più semplice, sostenibile e vicina ai bisogni reali dei cittadini. Speriamo sia solo un primo passo seguito da misure analoghe per altri farmaci di uso comune».

«La rimozione del piano terapeutico e quindi l’avvio della dispensazione della classe di farmaci degli SGLT2 inibitori nelle farmacie convenzionate è un grande passo nella direzione della facilitazione terapeutica – ha commentato Pasquale Perrone Filardi, presidente nazionale della Società Italiana di Cardiologia – che oggi si rende sempre più necessaria sia per la complessità nella gestione dei pazienti, che per la crescente disponibilità di farmaci innovativi: il piano terapeutico rappresenta, infatti, una barriera all’accesso per le terapie, oltre ad essere un elemento di difformità sul territorio nazionale, perché gestito differentemente dalle autorità sanitarie regionali.

Eliminare il piano terapeutico per questi farmaci, che hanno una vasta indicazione, significa quindi semplificare l’accesso alla terapia per centinaia di migliaia di pazienti, indirizzandolo verso i criteri di equità e uniformità previsti dal legislatore».

«Un elemento critico è rappresentato dalla disomogeneità nella distribuzione regionale dei farmaci, che oggi può essere superata con la distribuzione diretta nelle farmacie territoriali.

Accogliamo dunque con grande favore questa decisione di AIFA: come ANMCO ci siamo fortemente impegnati in questa direzione, attraverso iniziative autonome e in collaborazione con la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici, nonché con numerose società scientifiche, sia cardiologiche che non cardiologiche», ha aggiunto Massimo Grimaldi, presidente nazionale dell’Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri.