Per la prima volta, un team di ricercatori dell’Università di Padova, guidato da Sara Richter e Roberta Provvedi, ha dimostrato la presenza di G-quadruplex nel genoma del Mycobacterium tuberculosis, il batterio che causa la tubercolosi. Lo studio, recentemente pubblicato su Nature Communications, rivela come, diversamente da quanto osservato negli organismi eucarioti, queste strutture si formino all’interno dei geni codificanti.
La struttura del DNA
Noto per la sua struttura a doppia elica, descritta per la prima volta da Watson e Crick nel 1953, il DNA è invece strutturalmente più articolato e complesso.
Studi successivi hanno infatti rivelato la presenza di conformazioni alternative come i G-quadruplex, dei ripiegamenti a quattro filamenti che si formano in regioni ricche di guanine.
Il ruolo dello stress ossidativo
Utilizzando l’innovativa tecnica CUT&Tag, le ricercatrici hanno mappato i G-quadruplex del genoma batterico, soprattutto in condizioni di stress ossidativo, riscontrando un incremento della formazione di G-quadruplex, accompagnato da una riduzione dell’espressione genica nei geni coinvolti.
Il risultato evidenziato suggerisce un ruolo attivo di queste strutture nella regolazione genica e nella sopravvivenza dell’agente patogeno.
Nuove prospettive terapeutiche
Grazie a questa preziosa scoperta, i G-quadruplex potrebbero rappresentare nuovi bersagli teraputici per lo sviluppo di strategie innovative contro la tubercolosi, una malattia ancora oggi diffusa e difficile da debellare.
