Vaccino HPV, review della letteratura conferma efficacia

Una revisione sistematica aggiornata su 138 studi ha preso in esame l’efficacia della vaccinazione per papillomavirus umano, HPV, con il vaccino ricombinante quadrivalente (tipi 6, 11, 16 e 18).
La revisione ha evidenziato che il vaccino quadrivalente ha portato a una riduzione dei tassi di lesioni precancerose di alto grado così come di lesioni minori e a una riduzione di patologie correlate ad HPV in donne e uomini.

L’OMS raccomanda l’inclusione della vaccinazione per HPV nei programmi nazionali di immunizzazione, in quanto la prevenzione del cervico-carcinoma e di altre patologie correlate all’HPV rappresenta una prioritĂ  di sanitĂ  pubblica.

Situazione italiana e piano nazionale di prevenzione vaccinale

Nel nostro Paese, il vaccino per HPV ricombinante quadrivalente è indicato per l’impiego a partire dai 9 anni di età per la prevenzione di lesioni genitali precancerose (del collo dell’utero, della vulva e della vagina), lesioni anali precancerose, cancri del collo dell’utero e cancri anali causati da vari tipi oncogenici di HPV e lesioni genitali (condilomi acuminati) causate da tipi specifici di HPV.

Nel 2017 è stato introdotto in Italia il vaccino 9-valente che, dal 2018, ha progressivamente sostituito il vaccino quadrivalente il quale, oltre a contenere i 4 ceppi di HPV del precedente vaccino, ha aggiunto altri 5 ceppi oncogeni offrendo una più ampia protezione dalle malattie HPV-correlate.

Il Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale prevede la vaccinazione gratuita a tutti gli adolescenti, maschi e femmine, a partire dai 12 anni di etĂ  in tutte le Regioni, raccomandando anche la vaccinazione delle donne di 25 anni di etĂ  contestualmente a un Pap test, oltre alla raccomandazione di utilizzo della vaccinazione secondo gli indirizzi delle Regioni, in regime di co-pagamento, per tutte le donne.

La nuova revisione

La revisione sistematica ha riguardato 138 studi sottoposti a peer-review e pubblicati tra il primo marzo 2016 e il 31 marzo 2020 che rientrassero nei criteri predefiniti per la valutazione dell’impatto nel mondo reale della vaccinazione per HPV sulle lesioni cervicali precancerose e displastiche correlate, i condilomi genitali e l’infezione da HPV.

La ricerca sulla letteratura è stata estesa in modo da includere studi osservazionali sottoposti a peer-review pubblicati tra gennaio 2007 e marzo 2020 su ulteriori endpoint di infezioni HPV orali e anali, lesioni orofaringee, anali e papillomatosi respiratoria ricorrente.

I 23 Paesi analizzati negli studi si caratterizzavano per diversi livelli di copertura vaccinale per HPV, tra popolazioni di etĂ  diverse e con diversi metodi di studio ed endpoint di patologie.
La maggior parte dei Paesi aveva usato il vaccino per HPV ricombinante quadrivalente, altri il vaccino per HPV bivalente in aggiunta al vaccino per HPV ricombinante quadrivalente. Esclusi gli studi relativi al solo vaccino bivalente.

I risultati emersi

La nuova revisione ha anche osservato gli effetti a lungo termine della vaccinazione per HPV.
I trial clinici condotti con i due vaccini disponibili – bivalente e quadrivalente – hanno mostrato un’efficacia elevata verso le lesioni precancerose e cancerose del collo dell’utero, superiore al 90% nella popolazione che al momento dell’arruolamento era HPV Dna negativa per i tipi di HPV contenuti nel vaccino (naïve).

Le riduzioni maggiori sono state osservate nelle fasce di etĂ  piĂą giovani (14-17 anni), con una riduzione fino al 73% delle lesioni cervicali precancerose tra le donne vaccinate.
Coerentemente con la revisione precedente, una riduzione dell’incidenza di condilomi anogenitali continua a essere osservata nelle donne delle fasce di età target della vaccinazione, con le riduzioni più significative (fino all’88%) osservate nei gruppi di età più giovane.

Nella revisione sono stati valutati anche 16 studi sugli endpoint di patologie non cervicali correlate ad HPV, per le quali non esiste uno screening di routine raccomandato.
Dai risultati relativi alle patologie non cervicali è emersa: una costante diminuzione complessiva della prevalenza di infezione anale negli uomini, con una variabilità osservata secondo il tipo di HPV.

L’impatto della vaccinazione delle femmine sull’insorgenza di papillomatosi respiratoria ricorrente, RRP, documentato in uno studio australiano che riporta una riduzione annuale di incidenza di JORRP (juvenile onset recurrent respiratory papillomatosis) di un fattore pari a 0,614 per anno con la vaccinazione delle femmine della coorte target e strategie di catch-up.

Elena D’Alessandri