Vaccini in cerotto per ridurre le malattie infettive

I vaccini in cerotto potrebbero raggiungere tutti, ovunque nel mondo, riducendo le malattie infettive. E ciò è importante soprattutto nel caso del morbillo e della rosolia, patologie aumentate in seguito alla pandemia.
Per questo Gavi (Global alliance for vaccines and immunisation) chiede a gran voce investimenti nel settore, mirati a finanziare impianti di produzione e studi clinici, con l’obiettivo di rendere disponibili i nuovi prodotti il prima possibile.

Una storia iniziata con la cinetosi

La storia di questi dispositivi inizia nel secolo scorso, quando per la prima volta gli scienziati hanno pensato di veicolare i farmaci attraverso la pelle, il più vasto dei nostri organi.
Nel 1979 venne commercializzato il primo cerotto transdermico al mondo, che forniva il farmaco scopolamina per il trattamento della cinetosi.

Sono seguiti altri cerotti, ma solo alcune molecole riuscivano a penetrare la cute, una barriera molto efficace.
Perciò si è iniziato a cercare metodi di veicolazione alternativi.
Uno di questi era la corrente elettrica, che interrompeva temporaneamente la struttura della pelle per somministrare il farmaco, ma era gravata da effetti collaterali come spasmi e dolore, perché coinvolgeva i nervi sottostanti.

Fu allora che a Mark Prausnitz, direttore del Center for drug design, development and delivery del Georgia Institute of Technology di Atlanta, e ai suoi colleghi venne l’idea dei microaghi.
Così nel 1995 gli esperti si ispirarono alle tecniche dell’industria dei chip per computer per produrre aghi abbastanza piccoli da riuscire a veicolare i vaccini nella pelle.
Molto lavoro è stato poi necessario per riuscire a incorporare gli ingredienti attivi nei cerotti. Per proseguire le ricerche nel settore, nel 2014 Prausnitz fondò anche un’azienda, la Micron Biomedical.

Un nuovo studio

Proprio in questi giorni i ricercatori della società hanno completato uno studio clinico di fase 1-2 su un cerotto per il vaccino contro morbillo e rosolia, che ha coinvolto 45 adulti, 120 bambini e 120 neonati.
La sperimentazione, i cui risultati sono stati presentati alla 7ᵃ International Conference on Microneedles di Seattle e verranno pubblicati a breve, ha confermato che il prodotto era sicuro ed efficace, visto che ha innescato risposte immunitarie simili a quelle della tradizionale iniezione sottocutanea.

Sono attualmente in corso studi anche per i cerotti vaccinali contro Covid-19, influenza, epatite B, mentre i cerotti contro Human papilloma virus (Hpv), tifo, Rotavirus sono in fase di sviluppo preclinico.

Vantaggi logistici e non solo

Vari i benefici dei cerotti vaccinali. Anzitutto, meno dolore e meno fastidio rispetto alla tradizionale siringa, il che agevola la somministrazione nei bambini e negli adulti con fobia degli aghi.
Poi vantaggi logistici: i vaccini liquidi richiedono, infatti, una refrigerazione costante e professionisti addestrati per l’inoculazione, mentre i cerotti sono termostabili, facili da trasportare, applicabili senza una formazione specifica, facilitando la vaccinazione in Paesi in cui non sono disponibili elettricità e appositi frigoriferi.

«I cerotti per vaccini hanno il potenziale per trasformare l’immunizzazione, soprattutto nelle nazioni a basso reddito dove le infrastrutture sanitarie sono meno sviluppate», conferma Derrick Sim, managing director, Vaccine Markets & Health Security di Gavi.

Infine, utilità in caso di pandemia. Alcune ricerche suggeriscono, infatti, che i cerotti potrebbero addirittura suscitare una risposta immunitaria più consistente rispetto a quella dei vaccini tradizionali, potenzialmente a una dose inferiore, il che significa che le scorte potrebbero durare più a lungo.
I patch vaccinali potrebbero, inoltre, essere auto-somministrati, evitando così di recarsi in centri di vaccinazione affollati, dove c’è il rischio di contagio.