La pandemia ha portato sotto i riflettori le malattie infettive. Se negli ultimi due anni risorse ed energie si sono concentrate soprattutto nella lotta al Sars-Cov-2, ora è indispensabile non trascurare le altre criticità presenti nel settore.
Di questo si è discusso durante il convegno nazionale della rete infettivologica della Società italiana di farmacia clinica e terapia (Sifact), intitolato “Il farmacista clinico in ambito infettivologico: sfide, iniziative, prospettive”, tenutosi presso l’Azienda Ospedale Università di Padova.

Batteri sempre più resistenti

L’evento si è anzitutto focalizzato sull’antibiotico resistenza, un problema sempre più diffuso anche nel nostro Paese.
«Le resistenze, che causano infezioni difficili da risolvere, costituiscono un ostacolo alle cure, con un aumento di morbilità», stigmatizza Alessandro Cassini, specialista nella sezione Antimicrobial Resistance Control & Response Strategies dell’OMS.
In Europa, nel 2015, le infezioni provocate da batteri resistenti sono state 600 mila, di cui circa il 75% in ambito ospedaliero, con 33 mila morti.

«L’antimicrobico resistenza ha un impatto sulla mortalità pari a quello di influenza, tubercolosi e Hiv messi insieme», quantifica Cassini.

Una criticità aggravata dall’emergenza del Covid, durante la quale è aumentato l’uso inappropriato degli antibiotici, somministrati a oltre il 70% dei pazienti, anche in assenza di sufficienti evidenze scientifiche.

In questo scenario, risulta fondamentale puntare sulla prevenzione delle resistenze, promuovendo progetti di stewardship a livello regionale, nazionale, mondiale. In proposito, l’agenzia regolatoria italiana ha messo a disposizione, all’interno del Piano nazionale di contrasto all’antimicrobico resistenza (Pncar), strumenti di monitoraggio, puntando sull’appropriatezza prescrittiva.
Il tutto in un contesto globale che deve essere sempre più orientato a un approccio one-health, che considera salute umana, animale, ambientale connesse tra loro.

Infezioni virali e Hiv

Un altro tema al centro del convegno è stato la gestione delle patologie virali croniche, anche alla luce delle novità emerse dal congresso dell’European Aids Clinical Society e dall’European Congress of Clinical Microbiology & Infectious Diseases. Grande attenzione è stata riservata all’Hiv, oggetto dello studio osservazionale multicentrico Mosaico, promosso proprio dalla società scientifica.

«A oggi sono coinvolti nella ricerca 19 centri in 12 regioni, con oltre 40 farmacisti partecipanti, tra sperimentatori, co-sperimentatori e membri dei gruppi di lavoro», riferisce Daniele Mengato, presidente del comitato scientifico di Sifact e responsabile del progetto. «L’obiettivo è reclutare circa mille pazienti per descrivere l’efficacia a lungo termine delle strategie di ottimizzazione della terapia antiretrovirale di combinazione».

Di vaccini a mRna e della loro eventuale applicazione contro l’Hiv ha parlato Stefano Vella, docente alla scuola di specializzazione in Igiene e medicina preventiva dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma. «Nel caso si arrivasse a mettere a punto uno specifico vaccino, sarà importante renderlo subito disponibile nei Paesi in cui è ampia la prevalenza di infezione», sottolinea l’esperto, «evitando il divario che ha caratterizzato i programmi di vaccinazione contro il Covid».

Infine, Giuliano Rizzardini, direttore del dipartimento di Malattie infettive dell’Ospedale Luigi Sacco di Milano, ha illustrato le novità terapeutiche nel trattamento dell’Hiv, soffermandosi in particolare sui farmaci da somministrare per via intramuscolare.

Masterclass per promuovere la farmacia clinica

Degna di nota la masterclass in Farmacia Clinica Infettivologica, a cui hanno partecipato, il giorno precedente il convegno, ossia il 24 maggio, specializzandi in farmacia ospedaliera, malattie infettive, pediatria. Gli allievi hanno affrontato, grazie alla medicina di simulazione, un caso clinico.
Medici e farmacisti insieme fin dalla formazione, dunque, in modo da creare proficue sinergie tra le due figure professionali. Un altro passo verso la farmacia clinica, per fare in modo che, anche in Italia, il farmacista possa fare parte a pieno titolo del team multidisciplinare che assiste il paziente.

Paola Arosio