Enzalutamide, approvata rimborsabilità in tumori prostatici avanzati ormono-sensibili

L’Agenzia Italiana del Farmaco dà il via libera alla rimborsabilità di enzalutamide, unica terapia orale approvata nel trattamento del carcinoma prostatico ormono-sensibile in fase avanzata in pazienti adulti.

La molecola

Si amplia l’indicazione di rimborsabilità di enzalutamide, autorizzata in somministrazione orale, una volta/die in tre stati di carcinoma della prostata avanzato: malattia non metastatica, malattia metastatica resistente alla castrazione (CRPC) e malattia metastatica sensibile alla castrazione (mHSPC o mCSPC).
Quest’ultima forma tumorale ha prognosi sfavorevole, con una sopravvivenza mediana di circa 3-4 anni, da qui l’interesse e la necessità di nuove opzioni di trattamento.
Un bisogno che Enzalutamide sembrerebbe soddisfare, dai dati di letteratura dello studio Arches. Dati su cui si basa anche l’approvazione di Aifa.

Lo studio Arches

È un trial di fase 3, multinazionale, randomizzato, in doppio cieco e controllato con placebo che ha arruolato 1.150 pazienti con mHSPC in vari centri negli Stati Uniti, Canada, Europa, Sud America e nella regione Asia-Pacifico.
I pazienti sono stati randomizzati per ricevere 160 mg di enzalutamide al giorno oppure placebo, seguito da un trattamento con un agonista o antagonista dell’ormone stimolante il rilascio dell’ormone luteinizzante (LHRH) o da una storia di orchiectomia bilaterale.
L’endpoint primario dello studio era costituito dalla sopravvivenza libera da progressione radiografica della patologia (rPFS) valutata attraverso una revisione centrale indipendente in cieco.

La rPFS è stata definita come il tempo intercorso dalla randomizzazione alla progressione radiografica di malattia in qualsiasi momento oppure al decesso entro 24 settimane dall’interruzione del farmaco dello studio.
La progressione radiografica di malattia è stata definita mediante l’identificazione di due o più nuove lesioni ossee durante una scansione ossea con conferma (criteri del Prostate Cancer Working Group 2) e/o progressione della malattia nei tessuti molli.
I pazienti sono stati, infine, stratificati in base al volume della malattia (volume basso rispetto a volume elevato) e alla precedente terapia con docetaxel per il cancro della prostata (nessuna terapia precedente con docetaxel, 1-5 cicli o 6 cicli precedenti).

I risultati

I dati dello studio Arches dimostrerebbero una riduzione del 34% del rischio di morte in pazienti affetti da mHSPC in trattamento con enzalutamide combinato con terapia di deprivazione androgenica (ADT) rispetto al placebo in combinazione con ADT (hazard ratio, 0,66; 95% CI, 0,53-0,81; p<0,001).
In termine di eventi avversi (AE) si sarebbero registrati in poco più del 39% di pazienti in terapia con enzalutamide associato a ADT, manifestazioni di grado 3 o superiore (severi/disabilitanti o costituenti un pericolo per la vita) rispetto al 28% circa di pazienti trattati con placebo in combinazione con ADT, a fronte di una durata mediana di trattamento pari a 40,2 mesi (range 0,2-58,1) e 13,2 mesi (range 0,2-27,6) rispettivamente.

Tale approvazione non avrà alcun impatto sulle previsioni finanziarie relative all’esercizio fiscale in corso che si conclude il 31 marzo 2023.

Francesca Morelli