Anticorpi farmaco-coniugati contro TNBC

All’incirca 8.000 casi, pari al 15% delle nuove diagnosi registrate nel 20202. Sono i numeri del carcinoma mammario triplo negativo (TNBC), così definito perché non esprime sulla superficie delle cellule tumorali alcuni recettori target per terapie mirate, ovvero i recettori per gli estrogeni, per il progesterone e il recettore HER2, rendendo più critiche le opzioni e gli outcome terapeutici.
All’orizzonte si profilano nuove opportunità di trattamento, a beneficio soprattutto delle forme metastatiche triplo megative (mTNBC). Una molecola “agnostica” che sta offrendo risultati promettenti e inattesi.
Il TNBC

È una malattia biologicamente e clinicamente eterogenea considerata da tempo come un grande unmet need a causa del suo comportamento aggressivo e della sua prognosi sfavorevole.
Ha, infatti, maggiore probabilità di metastatizzare e di recidivare dopo il trattamento, rispetto ad altre forme di tumori del seno.
Il TNBC colpisce frequentemente donne giovani, in premenopausa, ed è più diffuso tra le donne nere e ispaniche e tra le portatrici di mutazione BRCA1. L’assenza di espressione recettoriale limita la possibilità di intervenire con terapie target.

L’aggressività della malattia è confermata da un recente studio francese (1): «Questo lavoro che ha valutato la sopravvivenza di oltre 20 mila pazienti con mTNBC tra il 2008 e il 2017», spiega Lucia Del Mastro, direttore della Clinica di Oncologia Medica dell’Irccs Ospedale Policlinico San Martino di Genova e professore ordinario di Oncologia dell’Università di Genova, «evidenzia che a differenza del sottogruppo con recettori ormonali positivi ed HER2 negativi in cui si evince un miglioramento della sopravvivenza mediana a 43 mesi, con una sopravvivenza a 5 anni del 36% e una sopravvivenza mediana a 50 mesi e a 5 anni del 44% nel sottogruppo HER2 positivi, nel sottogruppo TNCB si è registrata una sopravvivenza mediana di soli 14,5 mesi, con una sopravvivenza a cinque anni dell’11%.

A causa della ridotta sopravvivenza le pazienti con TNBC riescono a ricevere meno linee di trattamento, con la percentuale di attrition rate (tasso di abbandono) dei trial clinici che aumenta progressivamente.
Guadagnare tempo, ritardando il più possibile la progressione della malattia, è quindi il primo obiettivo da perseguire grazie alle nuove terapie che la ricerca sta mettendo a disposizione».

Le attuali terapie

L’mTNBC è considerato un tumore chemio-sensibile, in cui tuttavia le ricadute sono rapide. Solo in tempi molto recenti si sono resi disponibili nuovi trattamenti che hanno migliorato l’outcome in pazienti con (m)TNBC.

«L’armamentario terapeutico», dichiara Michelino De Laurentiis, direttore del Dipartimento di Oncologia Senologica e Toracica dell’Istituto Nazionale Tumori Irccs Fondazione G. Pascale di Napoli, «include l’immunoterapia, in particolare gli inibitori di checkpoint immunitari efficaci in prima linea metastatica in mTNBC le cui cellule tumorali esprimono PD-L1; i PARP inibitori in caso di forme con mutazioni nei geni BRCA1/2.
Si tratta di nuove opportunità, tuttavia, riservate a pazienti il cui mTNBC esprime precise caratteristiche, e nelle prime linee di trattamento, da qui il forte bisogno terapeutico non soddisfatto per il trattamento di mTNBC nelle linee avanzate».

A questo bisogno sembrano rispondere gli anticorpi farmaco-coniugati, potenzialmente efficaci nella maggior parte dei TNBC: «la recente l’introduzione in clinica di sacituzumab govitecan, un anticorpo monoclonale coniugato umanizzato diretto contro il trophoblast cell-surface antigen 2 (Trop-2 trasduttore di segnale del calcio trans-membrana altamente espresso dalle cellule del tumore mammario) e combinato con un inibitore della DNA topoisomerasi I (SN-38, metabolita attivo di irinotecan) ha segnato un momento importante nella storia clinica del trattamento di questa neoplasia.

Infatti, gli anticorpi farmaco-coniugati hanno fatto osservare risultati senza precedenti in termini di sopravvivenza globale nel mTNBC, dimezzando il rischio di decesso e rappresentando al momento l’unica nuova possibilità per cronicizzare la malattia. Ciò significa consentire alle pazienti di accedere alle ulteriori novità che già si intravedono scrutando l’orizzonte della ricerca».

La richiesta alle istituzioni

L’accesso ai nuovi farmaci rappresenta una ulteriore criticità: occorre accelerarne la disponibilità e la fruibilità al maggior numero di pazienti.

«Nei primi giorni di ottobre, come Fondazione IncontraDonna», conclude Sonia Carisi, direttore generale, «abbiamo inviato una lettera ai vertici di AIFA per sottolineare come nonostante l’Italia si posizioni tra i primi Paesi europei in ambito di autorizzazione dei medicinali, per quanto riguarda i farmaci per il tumore al seno, in particolare per il TNBC, i tempi di attesa per arrivare in Gazzetta Ufficiale sono ancora troppo lunghi.

Il tempo per noi è un fattore cruciale, anche nell’ottica di riuscire a cronicizzazione la patologia. È prioritario, dunque, che le Associazioni pazienti lavorino in stretta collaborazione con le Istituzioni e gli enti regolatori per favorire l’accesso alle nuove terapie per le donne che soffrono di (m)TNBC».

(1) Grinda T, Antoine A, Jacot W, et al. Evolution of overall survival and receipt of new therapies by subtype among 20446 metastatic breast cancer patients in the 2008-2017 ESME cohort. ESMO Open. 2021;6(3):100114

Francesca Morelli