Acido bempedoico al posto delle statine in pazienti che non le intollerano

Utilizzate nel trattamento delle dislipidemie, le statine sono una categoria di farmaci non sempre ben tollerata. Si associano, infatti, a una serie di effetti collaterali, come reazioni allergiche, disturbi gastrointestinali, mal di testa, atralgia, mialgia e crampi muscolari, disturbi epatici, debolezza, disturbi del sonno, respiratori e renali.
Le complicanze muscolari, per esempio, sembrano colpire tra il 7% e il 29% dei pazienti in cura con le statine.

D’altronde, contrastare i livelli di colesterolo è importante per ridurre l’aterosclerosi e le sue conseguenze sul sistema cardiocircolatorio. Aumentano le evidenze che l’acido bempedoico possa sostituire le statine nei pazienti ad alto rischio cardiovascolare.

Lo conferma uno studio internazionale condotto da ricercatori olandesi, australiani, russi, statunitensi, messicani, serbi e slovacchi. 13.970 i pazienti coinvolti, tutti con livelli iniziali di colesterolo LDL di 139 mg/dl.
I soggetti sono stati randomizzati in due gruppi, uno assegnato all’assunzione di 180 mg al giorno di acido bempedoico per 6 mesi e l’altro a un placebo.

Gli autori volevano verificare prima di tutto se l’uso del farmaco sia utile nel ridurre eventi cardiovascolari gravi, come morte, infarto non fatale, ictus non fatale e intervento per rivascolarizzazione coronarica.
La risposta è stata positiva, dato che nel gruppo studio sono incorsi in uno di questi eventi l’11,2% dei partecipanti, contro il 13,3% del gruppo di controllo.
PiĂą in dettaglio, il farmaco sembra proteggere soprattutto da infarto del miocardio e necessitĂ  di rivascolarizzazione coronarica.

Nessun effetto si vede invece per ictus e morte per cause cardiovascolari. Inoltre, dopo 6 mesi di follow-up, i livelli di colesterolo LDL erano calati maggiormente nel gruppo studio rispetto a quello di controllo, con una riduzione percentuale del 21,2% in favore del farmaco testato.

Va sottolineato che l’acido bempedoico si associa a una maggiore percentuale di gotta, sperimentata dal 3,1% dei pazienti contro il 2,1% del controllo, e di colelitiasi, occorsa nel 2,2% del gruppo studio contro l’1,2% di quello di controllo.

Il farmaco sembra quindi essere una valida soluzione alternativa alle statine per quei pazienti che non le tollerano. Dal punto di vista chimico, l’acido è un inibitore dell’ATP citrato liasi e utilizza lo stesso target delle statine per la propria azione, ma è meno probabile che dia eventi avversi a livello muscolare.

In Italia soffre di colesterolo alto il 40-50% della popolazione, percentuale che negli Stati Uniti sale al 55%. Importante, poi, anche la quantitĂ  di trigliceridi presenti nel sangue.
In generale, questa condizione è altamente associata all’aterosclerosi che, a sua volta, è ritenuta responsabile, nel mondo, di circa 4 milioni di morti l’anno.

Un farmaco non è sufficiente per agire sulla dislipidemia, deve sempre essere affiancato da cambiamenti alimentari e attività fisica, e sopratutto questa seconda può venire influenzata negativamente da dolori muscolari e stanchezza.

(Lo studio: Nissen SE, Lincoff AM, Brennan D, Ray KK, Mason D, Kastelein JJP, Thompson PD, Libby P, Cho L, Plutzky J, Bays HE, Moriarty PM, Menon V, Grobbee DE, Louie MJ, Chen CF, Li N, Bloedon L, Robinson P, Horner M, Sasiela WJ, McCluskey J, Davey D, Fajardo-Campos P, Petrovic P, Fedacko J, Zmuda W, Lukyanov Y, Nicholls SJ; CLEAR Outcomes Investigators. Bempedoic Acid and Cardiovascular Outcomes in Statin-Intolerant Patients. N Engl J Med. 2023 Mar 4. doi: 10.1056/NEJMoa2215024. Epub ahead of print. PMID: 36876740)